Disturbi alimentari: Anoressia, Bulimia, BED (Binge eating disorder) e Disturbi alimentari non altrimenti specificati.
I disturbi alimentari sono frequenti tra i pazienti Borderline (soprattutto tra le donne) probabilmente a causa della funzione assunta dal disturbo alimentare nella gestione delle emozioni: astenersi dal cibo, abbuffarsi, o vomitare sono strategie spesso utilizzate dal Borderline per contenere le emozioni dolorose.
Caratteristica comune ad entrambi i disturbi è la presenza di una distorsione nella percezione del peso corporeo e della propria immagine; la variante più grave di quest’ultima caratteristica viene definita Disturbo di Dismorfismo Corporeo o “Dismorfofobia”, e comporta eccessiva preoccupazione per una caratteristica fisica, immaginata o esagerata (spesso seno, cosce, fianchi per le donne e torace, addome, genitali, capelli per gli uomini).
Caratteristico dell’Anoressia Nervosa è il rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale, solitamente attraverso l’assunzione di quantità di cibo sempre più limitate, spesso associata a intensa attività fisica. Ciò determina frequentemente nelle donne effetti sistemici come l’interruzione del ciclo mestruale.
La Bulimia Nervosa è caratterizzata da ricorrenti “abbuffate”, spesso seguite da condotte compensatorie, come il vomito autoindotto, l’assunzione di lassativi, diuretici o altri farmaci volti a controllare l’aumento di peso, in presenza di autostima fortemente condizionata dalla forma e dal peso corporeo.
Il disturbo da fame incontrollata o BED è una patologia che spinge il soggetto a compiere grandi abbuffate non accompagnate da quelle strategie solitamente utilizzate per compensare l’ingestione di cibo in eccesso che si ritrovano nella bulimia nervosa. Le persone che manifestano questo disturbo assumono, in un tempo limitato, grandi quantità di cibo, con la sensazione di perdere il controllo sul cibo.
Queste situazioni si ripetono almeno due volte a settimana per almeno 6 mesi, anche in momenti in cui non si ha una sensazione fisica di fame. Quindi, il problema principale sembra consistere in una difficoltà a controllare l’impulso ad alimentarsi. Questo spiega perché, nella maggior parte dei casi, in questi soggetti sia presente una condizione di sovrappeso o di obesità.
Le abbuffate solitamente avvengono in solitudine e il soggetto non prova gratificazione, ma un forte senso di colpa e vergogna.
È presente, in chi soffre di questo disturbo, un marcato disagio riguardante il mangiare in modo incontrollato. Le caratteristiche cliniche del Disturbo da alimentazione incontrollata sono molto simili a quelle della bulimia. Infatti le persone affette sono molto preoccupate per il loro comportamento, se ne vergognano, e lo giudicano un grave problema, sia per la sensazione di perdita di controllo, sia per le conseguenze che le abbuffate hanno sul peso corporeo e sulla salute. Spesso si mettono a dieta ma con scarsa motivazione e risultati. Pensano di più alla gestione delle emozioni che al controllo del peso. I pazienti con disturbo da alimentazione incontrollata considerano il cibo un alleato nella lotta contro le emozioni negative, che porta con sé senso di colpa e sovrappeso. L’impulsività e le difficoltà di regolazione delle emozioni sembrano essere i fattori trainanti degli episodi di abbuffata.
I trattamenti di psicoterapia a disposizione per la cura del Disturbo da alimentazione incontrollata sono: i gruppi di terapia interpersonale: si tratta di una forma di terapia breve che si focalizza sulla soluzione dei problemi relazionali della persona; la psicoterapia ad orientamento sistemico-relazionale, focalizzata sulla risoluzione delle difficoltà relazionali che si presentano all’interno del sistema familiare; la terapia cognitivo comportamentale, che punta alla risoluzione del sintomo presentato, e nel caso specifico alla scomparsa delle abbuffate.