L’ansia è il nostro meccanismo di allarme, ci avvisa quando siamo in pericolo e ci mette in condizioni per affrontare la situazione temuta; ma se scatta quando non è necessario può creare difficoltà e disagio.
I disturbi d’ansia sono molto frequenti e diffusi e la terapia cognitivo comportamentale si è dimostrata uno dei trattamenti di elezione in questi casi.
L’ansia è un eccellente sistema di allarme umano, ci informa che sta per accadere qualcosa di importante e di potenzialmente dannoso e ci invita ad agire per impedirne o limitarne gli effetti pericolosi (Clark e Beck, 2010).
Per compiere il suo compito, il sistema di allarme ci avvisa attraverso lo stato corporeo (con respiro affannoso o veloce e superficiale, tensione muscolare, irrequietezza), attraverso lo stato mentale (con pensieri ricorrenti e martellanti, che ci impediscono a volte di distrarci dalla preoccupazione allarmata) e attraverso lo stato emotivo (con senso di disagio, fretta, paura, rabbia); ma, come i sistemi di allarme elettronici, a volte può funzionare male, e scattare anche quando non è il momento, o per qualsiasi piccola variazione delle circostanze, oppure può non scattare quando servirebbe, e quindi farci sottovalutare l’importanza della situazione incombente.
Se l’ansia scatta anche quando non sarebbe il caso, possono insorgere i disturbi d’ansia, quali le fobie, gli attacchi di panico, le rimuginazioni ossessive senza vie di uscita, le compulsioni (ovvero la necessità di compiere azioni ripetitive di fatto inutili rispetto all’obiettivo) e alcuni sintomi psicosomatici ricorrenti di allarme.
I disturbi d’ansia più frequenti sono:
- Disturbo d’ansia di separazione
- Mutismo selettivo
- Fobia specifica
- Disturbo d’ansia sociale (fobia sociale)
- Disturbo di Panico
- Agorafobia
- Disturbo d’ansia generalizzata
- Disturbo d’ansia indotto da sostanze/farmaci
- Disturbo d’ansia dovuto a un’altra condizione medica
- Disturbo d’ansia con altra specificazione
- Disturbo d’ansia senza specificazione